Samuele Bonventre - XLII Premio Firenze

XLII Premio Firenze
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Samuele Bonventre

SEZIONE B - POESIA INEDITA

FIORINO D’ORO
SAMUELE BONVENTRE

Per la poesia inedita

OCCIDENTE PERDUTO

con la seguente motivazione:

Samuele Bonventre, nonostante la sua giovane età, nella sua poesia “Occidente perduto” assume le vesti di un cronista poetico e vive corpo a corpo i conflitti bellici che agitano il mondo e, con estrema sincerità emotiva, ci riferisce come in un bollettino di guerra, la morte che avanza da Gaza all’Ucraina ed oltre, irrorando di sangue ogni millimetro di terra. Così Bonventre narra e descrive a voce alta, senza artificio linguistico alcuno, la disumanizzazione messa in atto dai soliti mercanti della morte.
La Giuria del Premio Firenze
Occidente perduto

Qui, dai campi coltivati
di gesso,
aree industriali, capanne,
fra tutte ste caverne
io m'inginocchio: eccomi!
piango.

Mi dicono lì,
tra i ventri dei colli,
-  a valle, dove abito -
che il vostro fumo
porta il cancro
-  Cristo! fermatevi! -

Gira ormai voce
in paese
che la puzza ci è dentro
com'è dentro il cuore,
e che il fumo
che sorge da

questi vostri luoghi
profumati d’incenso,
affama i bambini e
gli tappa le bocche,
e a quei nasi piccini
porta loro un regalo che
è fatto
di morte.

Raccontano i vecchi
che ai loro tempi
le rondini trovavano moglie
col sole di Marzo, e
adesso sono i corvi,
irruenti e spacconi,

che dominano
il mercato
della carne —
E se son venuto fin qui
da voi, scalzo
e vestito da donna,

è affinché mi vediate
tra tutti
capace di sfidarvi:
Perché io
vi sfido, maledetti
ingordi.
Ma vi supplico anche, beati:
ascoltate.

Mi dicono di dirvi,
senza nascondere
una certa ubbidienza,
se le cambiare le leggi e
le fate più oneste,
sia per i cervelli
che per le membra.
- Amen! -

Ed io stesso,
parlando per voi,
li ho rassicurati sulla vostra bontà,
portando lo zaino
alle spalle,
salutando la madre piangente,
avviandomi a voi, beati.

Così
adesso ascoltatemi,
vi costerà il mio impegno —
deve costarvi: ora parliamo!
Vengono venti di sabbia
da Oriente
- ESt
è tutto corrotto! -
e l’Ovest infiamma
affascinato, ormai,
solo da sé stesso.

Fra fratelli lì,
a Gaza - rasa al suolo! -
si sradicano la pelle e
stesse preghiere in lingua diversa.
In Ucraina, corona di
un mare imperiale,
un gioco di scimmie

la snuda del sesso curioso
dei giovani impazienti
e delle terre.
E fra sorelle da noi - en lingerie! -
si calunniano ancora i capelli e
si curano a museo
per darsi in pasto.

Irrefrenabile, irrimediabile,
delirio!
Ma sì, ma sì —
ma sì tralasciamole
tutte,
ma mangiamoci tutto!
Nessuno ci dica d'altronde
nei templi di domani
non esser stati capaci
di mangiare.

Ed io sazio vi prego
e che prego?
Qua a sbucciarmi le
ginocchia e la schiena
scassata di frusta;
vi ho tesa la testa
al rogo vi ho messo
le ossa!
Che prego?
Chi prego?

Mi senti?
Occidente perduto,
tu sei femmina stuprata
in famiglia
e sei donna senza parto,
sei tagliola di palpebre
ai ciechi,
sei sterile vacca.




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